Per uno studente fuori sede l’arrivo delle bollette da
pagare è un evento doloroso e funesto. La maggior parte delle volte si evita di
guardare la cassetta della posta per ritardare il più possibile la visione di
quelle buste bianche finchè non si accumulano e il postino decide di
consegnarle di persona. L’apertura della missiva avviene con uno stato d’animo
paragonabile a quello di Harry Potter davanti alla lettera d’ammissione ad
Hogwarts: l’ansia e la paura si alternano alla speranza che il conto sia meno
caro di quello precedente. E poi eccola là la cifra, scritta in grassetto e in
caratteri più grandi, che spicca tra tutte le altre scritte; allo studente sembra quasi che il foglio
scotti e per questo motivo lo ripone in fretta: è meglio indire una riunione
per annunciare il tragico evento. All’ora di pranzo gli umori sono malinconici,
così si cerca insieme di tradurre e dare un significato logico a tutte quelle Imposte,
Tax 1, Quota, Aliquota, Accisa, Iva,Condoglianze; con la calcolatrice si cerca
di sommare qualche numero ma la cifra ottenuta è sempre la metà di quella che
tocca pagare. All’Eni non si comanda: lo
studente allunga la mano al portafoglio e, come Lucia di fronte ai monti,
intona il suo addio: addio abbonamento alla palestra, addio kebab, addio
cinema! Dopo aver fatto la colletta e raccolto centinaia di euro nelle buste
Cuki-gelo, si fa la conta per decidere chi deve affrontare la lunga fila alle
poste che sembra una succursale del reparto di geriatria. Dopo il salasso
monetario tutti i coinquilini a cena sono fermi e decisi a diminuire i consumi:
si stabilisce di ridurre il numero di lavatrici e di comprare candele. Ma si
sa, ad ogni cena c’è un Giuda: bisogna solo capire chi sarà il primo che farà
la lavatrice per tre calzini alle dieci di mattina, quando il costo è triplicato
rispetto alla sera. Dopo qualche giorno dal drammatico avvenimento la scena si
ripete con la bolletta dell’acqua e della luce: gli studenti decidono allora di
sfidare le pulci e i pidocchi e di lavarsi con la Ferrarelle e al buio. (Alessia Martoccia)
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