Nell’armadio di uno studente fuorisede è consueto ritrovare
una pila di panni color rosa Barbie, frutto di una malefica distrazione nella
preparazione della lavatrice. Questo è un elettrodomestico con il quale lo
studente instaura un rapporto di amore&odio fin da subito, talvolta
subentra anche la paura, specie durante la centrifuga, quando si è convinti che
sia un essere animato e in grado di schiacciarti . Non si sa per quale mistico motivo la prima
cosa che lo studente chiede al padrone di casa è se vi è appunto la “bella lavanderina
automatica”. Appurata la sua presenza i
primi lavaggi si effettuano con l’aiuto
della mamma al telefono, la quale spiega da bravo Sapientino il significato di
tutti quegli strani simboli colorati, delle manopole e dei bottoni, e che a distanza
riesce a quantificare il sapone da versare in proporzione ai panni. Per i primi
tempi, grazie al tutor-telefonico, i lavaggi vanno piuttosto bene, si riesce
per fino ad entrare nella logica razzista secondo cui i bianchi vanno tenuti
separati sia dai neri sia dai colorati. Con il passare del tempo la lavatrice
diventa la migliore amica dello studente:è sempre attiva, la si può sentire
quando si è ancora nel portone; si è convinti di poterla incontrare in giro per
la casa quando è in centrifuga dato che salta più di Andrew Howe. Lo studente
la usa per lavare un singolo paio di calzini, una sola camicetta, il famoso
pigiama di flanella, a tutte le ore del giorno e della notte incurante degli
avvertimenti del coinquilino riguardo al suo consumo, finchè non arriva la
bolletta. Solo dopo aver chiesto un mutuo per pagare il conto salato come le acciughe lo studente
comincia a sfidare la sorte mettendo più panni contemporaneamente a lavare:
ogni lavaggio è accompagnato da preghiere rivolte all’Omino Bianco affinchè
ogni colore rimanga tale, e ogni maglia non diventi “dimensione portachiavi” ;
l’ansia dura per tutto il tempo dello sciacquo,risciacquo e centrifuga, e talvolta lo studente rimane ipnotizzato
davanti all’oblò cercando di tenere d’occhio la maglietta preferita. Una sera
lo studente raccoglie dal cesto dei panni sporchi tutti i capi bianchi,
lenzuola, canottiere, calzini, slip, camicie e camice e regola il lavaggio a 60
gradi. Sul fondo del cesto rimangono dei calzini rossi sbiaditi: perché
lasciarli lì da soli? perché tutta questa cattiveria? Cosa potranno mai fare? La
sorpresa si ha quando dalla lavatrice spunta un guardaroba uguale a quello di Barbie: ecco cosa si rischia a
voler essere il Nelson Mandela dei calzini. (Alessia Martoccia)
Nessun commento:
Posta un commento