sabato 29 dicembre 2012

DIARIO DI UNA FUORISEDE -capitolo 1-

Ti svegli contro ogni legge della logica alle 7 di mattina, prepari il caffè pensando alla sintesi della caffeina e alle sue proprietà organiche. Non pensi neanche lontanamente di spogliarti di quella tenuta di flanella da donna obbligata agli arresti domiciliari e così strisci riluttante verso la scrivania alla quale rimarrai inchiodata per tutta la giornata. Verso le 13 un rumore assordante proveniente dallo stomaco ti ricorda che hai ancora pochi minuti di autonomia prima del tuo svenimento e che forse è meglio spostarsi in cucina..con i libri ovviamente. Apri il frigo e realizzi che il deserto del Sahara ha più vita del tuo ripiano, osservi che l’insalata è in stato avanzato di decomposizione e non ti sorprenderebbe vedere Fleming bussare alla tua porta. Cucini un riso precotto e lo mangi crudo;nell’attesa vai su facebook e lo richiudi subito sconsolata osservando le notifiche che riguardano solo il gruppo della facoltà. Torni a leggere i libri( non è rigorosamente inclusa l’attività della “comprensione”) per le successive 7-8 ore( nel frattempo divori una busta di biscotti, guardi Uomini&Donne e decidi che da grande diventerai AngelaFavolosaCubista, fai altri due caffè e svuoti una bottiglia di tè). Arriva la cena, ip ip urrà, e assumi proteine solo sotto forma di kebab mentre guardi il Jersey shore, accompagnate da acqua del rubinetto(non hai avuto tempo per andare al Parcogiochi-Conad,). Poi ti ricordi che hai più panni accumulati nel bagno e sullo stendino chè nell’armadio, ma non fa niente, l’importante è non finire la scorta dei pigiami. Se sei coraggiosa torni sulla morbida sedia di legno compensato e nel giro di qualche nanosecondo ti addormenti: il giorno dopo non perdi neanche tempo a strisciare fuori dal letto (Alessia Martoccia)

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